Convegno 8/10/2017 “La solidarietà continua anche a Creta”

Report dell’incontro organizzato dall’Associazione IRENE l’8 ottobre 2017 presso Villa Pallavicini

  

PRESENTAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE IRENE
Prodromos Tsitsos, Presidente

 

Il Presidente presenta l’Associazione, attiva dal 2014.  Ringrazia i volontari delle strutture sociali cretesi per aver accettato il nostro invito e ringrazia gli amici del Progetto Grundtvig Letsfs e l’associazione Amici del parco Trotter per il sostegno economico dato all’evento di oggi.
Presenta e ringrazia inoltre Paola Merli della Coopselios per il costante aiuto economico e l’acquisto diretto di farmaci, Pino La Corte della SMOM, che da due anni fornisce materiale odontoiatrico agli ambulatori di Salonicco e Atene, Luigi Samori della Bielle, che si fa carico di due spedizioni al mese per conto dell’associazione, le Farmacie Comunali di Vimercate, che raccolgono costantemente farmaci, e tutti coloro, presenti o non, che contribuiscono al fondo di solidarietà e alla raccolta dei farmaci.

POLITICHE DI AUSTERITA’ E SALUTE PUBBLICA
Dottor Manolis Fragakis – Presidente ambulatorio sociale di Chania

Il dottor Fragakis avrebbe preferito parlare delle bellezze dei nostri paesi, Grecia e Italia, della nostra ospitalità e delle nostre tradizioni, ma la crisi umanitaria degli ultimi anni lo costringe a parlare di salute pubblica e austerità, del tentativo di fronteggiarla con quanta forza abbiamo e della proposta per superarla, che altro non è che la solidarietà.

Le misure di austerità in Grecia
Nel 2010 il primo ministro Giorgio Papandreu comunicò l’ingresso della Grecia nel meccanismo dei memorandum con le relative misure di austerità.
Il capitale internazionale correva il rischio di perdere le rate dei prestiti erogati alla Grecia perché il Paese non era in grado di pagarli.
I risultati si manifestarono velocissimamente in tutti i settori della società e naturalmente anche nella salute pubblica. Le politiche di austerità imposte per salvare i capitali delle banche colpivano i più deboli: il rapido peggioramento del servizio sanitario pubblico, l’aumento delle disuguaglianze e la diminuzione dei servizi portarono ad un aumento della mortalità, cosa che tutti potevano prevedere perchè già successo in altri paesi.
Il primo bersaglio dell’austerità fu la salute pubblica, seguirono le privatizzazioni di tutte le strutture sanitarie e della previdenza sociale.
Gli studiosi cominciarono già in questa fase a prevedere l’aumento di suicidi, omicidi e di tutte le patologie causate dall’abuso di alcool e sostanze stupefacenti, che ben presto si verificò.
In un secondo momento assistemmo al ritorno di patologie infettive sparite da anni, come ad esempio la tubercolosi. La mancata vaccinazione dei bambini portò come drammatica conseguenza l’aumento della mortalità infantile
La salute pubblica era nel mirino dell’austerità, come dimostravano la riduzione degli investimenti, la chiusura di cliniche e di ospedali interi, il superlavoro forzato del personale medico e infermieristico ridotto alla metà, la riduzione degli stipendi e della previdenza sociale, l’ esagerato aumento dei cittadini senza previdenza. Nel 2016 in Grecia avevamo ancora 3 milioni di non assicurati, 6,3 milioni vivevano sotto al limite di povertà e il 27% era disoccupato.

L’esempio dell’Islanda
Eppure una scelta diversa sarebbe stata possibile. Fragakis fa l’esempio dell’Islanda: quando Il Fondo Monetario Internazionale chiese una riduzione delle spese sanitarie del 30% e la privatizzazione graduale di tutta la sanità, inaspettatamente il ministro della salute si dimise e non firmò l’accordo. Il nuovo ministro della salute invitò degli studiosi dei paesi che avevano vissuto la stessa esperienza e con loro mise a punto  un programma di aumento degli investimenti nella salute pubblica e della spesa pubblica in generale. Non è un caso che in Islanda, l’unico paese che in questa grande crisi bancaria mondiale è uscita a testa alta, la mortalità negli ultimi anni si sia ridotta.

 

Il disegno di legge per i non assicurati
Nell’aprile 2016 l’attuale governo propose una legge per restituire il diritto all’assistenza sanitaria a tutti i cittadini che l’avevano perso, ma la mancanza di servizi, di risorse e finanziamenti persiste e, in osservanza della politica del memorandum, si continuano ad erogare aiuti alla sanità privata.
Il problema si riflette soprattutto nelle cure farmaceutiche. Anche chi ha l’assistenza pubblica non riesce ad acquistare i farmaci perché il contributo (ticket) è molto alto: dal 25 al 50% del valore del farmaco.

La nostra risposta è la solidarietà.
Garcia Lorca diceva: “Io sarò sempre accanto a quelli che non hanno niente, ai quali non si permette neanche di assaporare in pace il loro niente”
Il KIFAX, Ambulatorio sociale di Chania, è nato nel 2012 ad opera di persone e di medici che avevano capito che la crisi sarebbe stata pesante e sarebbe durata molti anni. Oggi segue più di 1000 pazienti, di cui 20/30 senzatetto e decine di profughi e migranti.
“Con il nostro personale eravamo sempre presenti ad ogni sbarco nella nostra regione, aiutando i migranti oltre che con l’assistenza farmacologica e sanitaria, anche con la nostra solidarietà. Abbiamo partecipato anche a spedizioni nell’Egeo, a Lesbo, e a nord a Eidomeni, inviando aiuto nei luoghi in cui si concentravano i flussi dei profughi.”
Tutto questo dimostra che i motivi della presenza degli ambulatori sociali persistono perché in Grecia tutti i bisogni fondamentali delle persone che non possono accedere al sistema sanitario nazionale e alle cure farmaceutiche sono ancora grandi. E tutti i vuoti lasciati dalla politica dei memorandum chiamano gli ambulatori sociali a colmarli.

Cosa intendiamo per solidarietà?
Finchè ci saranno persone che vivono con la paura dell’ oggi e del domani, finchè capiremo che non esiste dignità nella vita del nostro vicino e del sangue del nostro sangue, non potremo vivere in pace nemmeno noi. Solidarietà è capire, come diceva un famoso medico, che “la vita vale solo se la condividiamo”.
Gli ambulatori continuano e continueranno a giocare un ruolo fondamentale nel sostenere chi ha bisogno: lavoratori, senzatetto, profughi e immigrati.
Non solo per colmare i vuoti del servizio sanitario nazionale o sostituirlo, ma per trasmettere solidarietà e proporla come regola di vita.
L’ incontro di oggi è stato molto importante per noi perché ci ha fatto capire che non siamo soli, abbiamo sentito in tutti questi anni che ci avete aiutato che i popoli desiderano vivere in un altro mondo e che possiamo costruirlo insieme.

Ma come si cambia il mondo?
Dario Fo in un messaggio ai Greci aveva detto: “Metti i capitalisti con la testa nel wc e tira la corda. E non morirai come un vecchietto buttato via come un limone spremuto, ma come un uomo che ha vissuto libero e contento insieme ad altri uomini”
Frangakis conclude con le parole dell’anti-leader subcomandante Marcos: “L’unica cosa che serve è un po’ di vergogna, un po’ di dignità e molta organizzazione” La solidarietà vince!

INVIARE FARMACI IN GRECIA E’ ANCORA IMPORTANTE?
Dottoressa Caterina Kouroupaki- Farmacista Ambulatorio Sociale di Heraklion

 

“Se non avessimo esperienza potremmo rispondere a questa domanda con un semplice si o un semplice no. Ma la nostra decennale esperienza come cittadini dell’Europa della crisi economica e della crisi dei valori ci impedisce di dare risposte semplici che potrebbero, anche involontariamente, spostare il problema reale.

Cominciamo con un po’ di cronistoria: In Grecia i primi segnali importanti della crisi compaiono dal 2010/2011. I più intensi si riconoscevano nella salute e nell’istruzione, i filoni più importanti di una società. In quel periodo i movimenti scesero in piazza per manifestare il loro dissenso. Un gruppo di persone della nostra città cercò di portare un po’ di luce e creare qualcosa per far fronte alla crisi. Eravamo tutti pieni di sogni e aspettative ma anche inesperti. L’autorganizzazione di una struttura sanitaria era per noi una grande scommessa e un esperimento. Tante erano le domande e i dubbi che incontravamo: chi aiuteremo, quale sarà la nostra sede, da chi riceveremo contributi, come faremo a mantenere democrazia e parità tra i volontari, come faremo a realizzare una vera solidarietà e non agire soltanto per filantropia? Ad ogni incontro ci facevamo queste domande, ma anche altre di carattere più generale, come: quale società vogliamo costruire, che tipo di sanità vogliamo avere? Si tratta di un bene pubblico o di un diritto sociale?

L’ambulatorio nacque nell’aprile del 2012 e aveva come sede alcune sale dell’università di Heraklion. I contributi erano solo donazioni individuali, sia in denaro che in farmaci, che in arredi e materiali necessari al buon funzionamento. Abbiamo iniziato ad organizzare l’ambulatorio Generico, Pediatrico, Psichiatrico e Psicologico, Ginecologico, Oculistico e Odontoiatrico.
I nostri volontari erano medici delle varie specialità, infermieri, farmacisti, assistenti sociali, psicologi e un gran numero di amministrativi.
I pazienti erano tutti coloro che avevano perso l’assistenza sanitaria e spesso erano persone economicamente disagiate. Addirittura non potevano pagare l’autobus per venire all’ambulatorio e noi provvedevamo anche per questo.
Oltre alla pratica avevamo anche bisogno di far conoscere alla società di Heraklion il nostro lavoro. Abbiamo iniziato a tenere seminari, organizzare cucine sociali, promuovere incontri con le scuole per sensibilizzare l’opinione pubblica. Obiettivo importante era rendere la solidarietà prassi, in un rapporto coi pazienti che non fosse a senso unico. Cercavamo di introdurli nelle nostre commissioni e coinvolgerli nel funzionamento dell’ambulatorio.

 

Nel 2016 con la legge 4368 per il diritto alla sanità a tutti i cittadini la situazione apparentemente cambia. E’ la prima volta che un diritto diventa legge!
Pian piano assistiamo alla riduzione dei pazienti, ma là dove abbiamo trovato le risposte la vita ha cambiato le domande: come KIA e come cittadini di questo paese ci troviamo difronte a nuovi bisogni. Gli ultimi anni lo sbarco dei profughi ha incominciato a interessarci direttamente. Abbiamo inviato farmaci in Siria, a Eidomeni e a Lesbo. Varie organizzazioni che si occupano dei profughi nella nostra città ci chiedono di coprire il bisogno medico farmaceutico di queste persone dove lo stato e la sanità pubblica non sono in grado di intervenire.
E ancora i nostri pazienti, nonostante abbiano il diritto all’assistenza sanitaria, non riescono a pagare i farmaci a causa dell’elevata contribuzione richiesta.
Assistiamo comunque ad una riduzione del bisogno di farmaci perché le vaccinazioni vengono effettuate dallo stato e anche il numero delle visite si è ridotto. Ma i farmaci che sono in esubero li scambiamo con altri ambulatori. Abbiamo invece costantemente mancanza di determinati farmaci, quelli maggiormente richiesti. Vi manderemo un elenco.

Ringrazio per averci dato l’opportunità di presentare la nostra attività, i nostri problemi e le nostre preoccupazioni invitandoci a questo evento.
Parafrasando un poema di uno dei fondatori del nostro ambulatorio, un medico e un caro amico che ci ha purtroppo lasciati: “Noi siamo rimasti indietro… Abbiamo avuto ordine di salvare il futuro, di salvare la resistenza, la verità, l’amore, la dignità, la solidarietà. Se questi valori e questi sogni non fossero importati, non ci sarebbe bisogno di appoggiare i movimenti di solidarietà e le persone e i paesi che sono stati presi di mira. Quando la solidarietà diventerà pratica comune quotidiana, allora avremo raggiunto l’obiettivo dell’autoscioglimento e sarà la più bella morte.”

LA CASA DELLE DONNE MALTRATTATE, ESPRESSIONE DI SOLIDARIETA’ FEMMINILE
Maria Pachiadaki, presidente della Casa e della Rete delle Associazioni Femminili di Heraklion

Ringrazio per l’invito a questa manifestazione tutti i membri dell’associazione Irene da parte della Rete delle Associazioni Femminili della regione di Heraklion.
La nostra rete fa parte delle associazioni non governative. Obiettivo è sviluppare il volontariato e la cultura della solidarietà nella società. Lottiamo dal ‘96 per la parità e per il miglioramento del posto della donna nella società e difendiamo i diritti umani. Nei primi anni della nostra fondazione ci siamo concentrati sul fenomeno della violenza e dei maltrattamenti intrafamiliari, fenomeno trasversale a religione, razza, classi sociali e che rimane spesso nascosto. Siamo nel ventunesimo secolo e purtroppo nell’istituzione familiare la donna continua a rimanere l’anello debole della catena.
In Grecia negli ultimi anni la crisi continua ad essere una caramella amara nella bocca di tutti. Crisi economica, crisi delle istituzioni, della comunicazione e dei valori. All’interno di questa crisi plurivalente anche i rapporti personali sono cambiati e la violenza e i maltrattamenti sono aumentati. Se la disoccupazione bussa alla porta diventa ancor peggio e i contrasti nella coppia diventano inevitabili. Certo non è colpa solo della crisi, ma della cultura e della educazione.

Ad Heraklion un pugno di donne ha avuto il coraggio di toccare questo tema tabu e ha cominciato a parlarne. Sono passati anni per poter convincere la società e le istituzioni che il maltrattamento è un delitto e come tale va giudicato. Nel 2000 abbiamo fondato il “Rifugio della donna maltrattata e del bambino” in cui ospitavamo e ancora ospitiamo donne che hanno deciso insieme ai loro figli di cercare una strada di fuga e allontanarsi dal luogo dei maltrattamenti.
E’ stata un’opera pionieristica, senza nessun aiuto da parte dello stato, ma ben accolta dalla società, che ci ha creduto.

Nel 2005 abbiamo aperto una linea telefonica SOS – 24 ore su 24- non solo per Creta ma anche per le isole più vicine dell’Egeo, che ha permesso, grazie alla garanzia di anonimato, di aprire porte, anime e coscienze. Più tardi abbiamo creato la “Casa della Donna”, che ha come obiettivo l’aiuto alla famiglia e ha ottenuto ottimi risultati. Dal 2014 abbiamo creato il consultorio, dove uomini e donne si aggiornano e imparano come possono gestire problemi sentimenti e intensi come la paura, l’ira, la disuguaglianza, la discriminazione ecc., dove organizziamo cicli di seminari diretti a medici, infermieri, apparati dello stato, polizia, chiesa, che possono aver a che fare col fenomeno della violenza e per insegnanti e studenti tra i 12 e i 16 anni contro bullismo e violenza nella scuola.
Collaboriamo con la rete non governativa WAVE (Women Against Violence Europe) che lavora per combattere la violenza contro donne e bambini in 28 stati dell’Unione Europea e 17 in altri stati.

Il nostro grande sogno ancora da realizzare è “La casa degli angeli”, una struttura in fase di costruzione e che ospiterà fino a 6 anni di età i neonati che sono stati abbandonati negli ospedali e che nessuno reclama, i quali non possono ricevere in ospedale quell’assistenza continua e quel calore umano di cui hanno bisogno e che spesso si ammalano e muoiono per questo. Il nostro sogno è di far fronte ai loro bisogni fin dai primi giorni per farli crescere consegnandoli al caldo abbraccio di una famiglia. Purtroppo la crisi ci fa ritardare la costruzione e stiamo cercando aiuti per poterla completare.
Pensiamo che il creatore ha regalato all’uomo la speranza ma anche la primavera, e che se non riusciamo a trovarla spetta a noi crearla.

STORIA, PROBLEMI E BISOGNI DELL’AMBULATORIO DI OSTETRICIA E GINECOLOGIA
Dottoressa Caterina Papadokostantaki, osterica e psicologa dell’ambulatorio

 

L’ambulatorio di Rethimno è il primo ambulatorio nato in Grecia nel 2008 sotto la spinta dell’immigrazione. Inizialmente la sede in affitto non era adatta ad un ambulatorio medico, era umida e in una posizione non facilmente raggiungibile. I contributi per il funzionamento erano prevalentemente donazioni in denaro e farmaci da parte della cittadinanza di Rethimno. Lentamente cominciarono ad arrivare anche cittadini greci che avevano perso il diritto all’assistenza sanitaria e come in altri luoghi fu aperto un ambulatorio Generico, Pediatrico, Ginecologico, Odontoiatrico ecc., dove medici specialisti prestavano servizio volontariamente. L’ambulatorio ha sviluppato anche molte attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica della città e di autofinanziamento: mostre, manifestazioni culturali, eventi musicali ecc.

L’ambulatorio Ginecologico negli anni passati ha seguito 500 donne, dopo la legge 4368 segue 80 donne straniere e 60 greche.
Il problema principale consiste nell’ effettuare gli esami specialistici e seguire le pazienti che partoriranno negli ospedali. Siamo riuscite a creare una rete esterna di collaborazione con laboratori di analisi e con i medici degli ospedali per eseguire gratuitamente gli esami. Tutte le donne seguite hanno ricevuto pap test, mammografie ed ecografie gratuiti.
Per le donne gravide i medici dell’ospedale non conoscevano l’iter della gravidanza, perciò si è creata una buona collaborazione tra l’ospedale e l’ambulatorio, dove il medico ha accesso a tutte le le cartelle delle pazienti.
Come negli altri ambulatori i farmaci non erano sufficienti, perciò si è iniziata una raccolta di farmaci presso la cittadinanza e poi attraverso le reti di solidarietà all’estero.
Attualmente la percentuale di donne migranti in cura è del 60%, il 40% sono cittadine greche.

Ringrazio la vostra associazione per l’invito a questa manifestazione e per il calore e l’ ospitalità che ci avete dato.